Vissi d’arte…L’opera lirica, gli artisti, la scuola


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Progetto artistico triennale

L’Idea:

In occasione della candidatura dell’Opera Lirica Italiana come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’UNESCO, il Centro Internazionale Antinoo per l’Arte-Archivio Marguerite Yourcenar, in collaborazione con “L’Altrosguardo-Artisti Associati”, ha organizzato un progetto triennale dal titolo “Vissi d’Arte”. Questo progetto coinvolge artisti internazionali che contribuiranno con le loro opere e con stages e laboratori dedicati ai giovani in un percorso innovativo e ricco di stimoli formativi ed educativi.
Infatti, in collaborazione con la Fondazione “Accademia Culturale Linguistica Educativa”, Il progetto prevede una sezione dedicata alle scuole, “Vissi d’Arte – L’Opera Lirica incontra la Scuola”.

Gli Artisti
Sono chiamati a partecipare artisti di livello internazionale, operanti con i vari linguaggi delle arti visive, pittura, scultura, installazione, fotografia, e con performances di canto, musica e danza. Una prima mostra si terrà a ottobre del 2015 nella prestigiosa e storica Villa Mondragone di Frascati, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata.

Inoltre nel corso degli stages e dei laboratori condotti dagli artisti per e con i giovani, negli studi e nei laboratori degli Artisti stessi, si attuerà un innovativo momento formativo, in una concezione attuale dell’operare in campo artistico, che prevede anche l’instaurarsi di scambi sempre più sinergici con le molteplici realtà culturali e sociali del territorio.
L’ obiettivo è creare dei Laboratori Polivalenti che interagiscano con il mondo della scuola, in particolare quelle ad indirizzo artistico, nei quali gli artisti stessi portino le loro testimonianze vive e fruibili, realizzando luoghi di ruolo altamente innovativo e ricchi sui versanti 
formativo ed educativo.
Il fare artistico si avvicina così intimamente, nel suo stesso generarsi, ai giovani fruitori che si accostano al mondo delle arti, al “mestiere dell’artista”, che necessita oggi sì della memoria storica e della consapevolezza delle nostre grandi tradizioni, ma anche di una visione innovativa, di una 
preparazione culturale e operativa a tutto campo che educhi ad una nuova e più alta sensibilità e favorisca un inserimento più qualificato nel mondo delle professioni.

La Scuola
Il proposito è quello di avvicinare e far conoscere ai giovani fruitori il mondo della lirica, in una visione innovativa 
che li coinvolgerà con lo scopo di stimolare il loro senso critico ed emotivo e potenziare capacità e competenze. Inoltre, avranno la possibilità di entrare in contatto con artisti visivi, performers, musicisti e interpreti, che hanno preso parte all’iniziativa.
L’elaborazione congiunta di percorsi formativi multidisciplinari in rapporto con la didattica curriculare, potrà così 
concorrere a creare nei giovani una memoria storica attualizzata da una fruizione viva e partecipe.

Educare all’arte, far conoscere ed apprezzare l’Opera Lirica Italiana, insegnare e tramandare i tesori delle nostre ineguagliabili tradizioni culturali sono il fine ultimo di un progetto che intende l’arte come patrimonio vivo offerto a giovani.
 

LA MUSICA DELLE SFERE (di Roberta Filippi)
M’è sempre parso che la musica dovrebbe essere soltanto silenzio, il mistero del silenzio che cerca d’esprimersi. Prendete, ad esempio, una fontana. L’acqua muta riempie i condotti, vi si accumula, ne trabocca, e la perla che cade è sonora.
M’è sempre parso che la musica dovrebbe essere solo il traboccare di un gran    silenzio.
(Margherite Yourcenar, da Alexis o il trattato della lotta vana”)

Il concetto di musica come linguaggio universale ha radici antiche ed è trasversale all’intera storia del pensiero e della cultura, sia occidentale che orientale.

L’origine stessa del concetto di musica ha carattere mitologico in molte antiche civiltà, nella cui cosmogonia la musica era fondamento e forza generatrice dell’universo: la risata feconda del dio egiziano Thot, gli apparati cosmologici e lo studio astrologico dei pianeti in Mesopotamia, il Verbo creatore della Genesi lo testimoniano, elevando le sonorità musicali a un ideale di più alta armonia delle sfere.

Pitagora, che avrebbe per primo udito la sinfonia planetaria, attesta che l’universo fu fondato e può essere governato mediante la musica, determinando inoltre i rapporti numerici corrispondenti alle consonanze musicali; la teoria armonica delle sfere si riscontra anche in numerose fonti prearistoteliche e a sua volta Socrate con la parola mousikos si riferisce metaforicamente  a persone dotate di discernimento nel campo dell’etica, tra vizi e virtù e anche Platone nel Timeo, relaziona i movimenti circolari dell’universo all’armonia musicale.

Nell’Arte europea del Medio Evo, la teoria della musica delle sfere ebbe splendida forma e misura nell’esoterica architettura delle grandi cattedrali, consapevolmente concepite in base alle proporzioni dell’armonia musicale e geometrica. Successivamente in Keplero la visione della musica delle sfere, passando da una concezione statica a una dinamica del cosmo fondata su misurazioni astronomiche, trova dirette analogie tra i moti del sistema solare e le leggi dell’armonia musicale. Il nesso Musica-Cosmologia va al di là dell’intuizione di filosofi, scienziati, poeti e artisti e collega pensatori molto diversi fra loro come Pitagora e Tolomeo, Robert Fludd e John Addey, Gurdjieff e Rudolph Steiner.

Nella Musica Lirica la voce è altrettanto fondamentale e rappresenta l’incontro e la fusione delle due componenti essenziali della vita, di cui la musica è la più emblematica e articolata espressione: la materia e lo spirito; l’umano e il divino; il corpo e l’anima; i sensi e la ragione.
Riflettendo sulle Arti Visive piace pensare che ogni singolo artista, pur con stile e tecniche proprie, sia intimamente sintonizzato con la sua unica e ineffabile variazione della “canzone degli universi”, la musica delle sfere celesti che tutto pervade.

Volendo solo accennare ancora ad alcuni esempi nella storia dell’arte, si vede come nell’Impressionismo la pittura sia un trionfo di forme e colori puri in libertà, diventi la rappresentazione dello stato d’animo dell’artista, in un’analogia con l’arte astratta per eccellenza: la Musica. Ancora, uno degli Artisti moderni che ha profondamente indagato sul tema della rappresentazione emotiva della musica in arte, è il moscovita Wassilij Kandinskij che, nel suo “Dello Spirituale nell’Arte”, propone appunto una delicata metafora musicale:
Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde.
L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto,
fa vibrare l’anima.

Kandinskij scelse titoli come “improvvisazioni” e “composizioni” per molte delle sue opere e, sostenendo che i colori hanno una intima musicalità ed esprimono emozioni e sensazioni, affiancava loro suoni di diversi strumenti musicali:

Il giallo, dotato di esuberante vitalità, al suono di una tromba.
L’azzurro, introverso e distante, al suono di un flauto.

Il rosso, caldo e vitale, al suono di una tuba.
L’arancione, energia dinamica, al suono di un contralto.
Il verde, quiete assoluta,  ai toni ampi, caldi e semigravi del violino.

Il viola, instabile per sua natura, al suono del corno inglese, della zampogna o del fagotto.
Il blu, quando tende drammaticamente al nero, al suono del violoncello.
Il grigio, è assoluta mancanza di movimento (e negli studi steineriani viene definito come neutro).

Il bianco, somma di tutti i colori dell’iride, un muro di silenzio assoluto, un non suono, paragonabile alla pausa tra le battute di un’esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni.

Il nero è un non-colore, un silenzio di morte; è la pausa finale di un’esecuzione musicale.
Comparando il fare artistico, la genesi di un’opera d’arte, con un linguaggio appunto musicale, osserviamo che appaiono dei “crescendo” e dei “diminuendo”, nelle cromie come nelle forme,ed ecco che l’opera
diviene una sorta di sinfonia, una “composizione” atonale o dodecafonica.

Molti potrebbero essere ancora gli esempi, dato che le diverse arti, musica e arti visive (ma certo non solo), sono tutte manifestazioni dello spirito umano e la loro reciprocità ne aumenta la forza espressiva.

Gli Artisti qui in mostra, nel meditare sulle simboliche nozze tra Arte e Musica, hanno profondamente guardato in sé stessi, trovando armonie soavi o drammatiche, tortuose e tormentate o leggere e risplendenti, e tutti hanno creato nella tela, nella pietra, nelle immagini fotografiche, nei bronzi e nelle ceramiche, quali degni eredi delle fucine di Vulcano o delle aspersioni cromatiche della dea Iride, splendide e potenti opere ricche di sensibilità ed emozioni.
A causa della cecità dettata dall’egoismo il nostro mondo risuona oggi di stridenti cacofonie e disarmonie; non percepiamo 
l’armonia cosmica dei suoni, o perché il mondo ne è permeato sin dalla sua fondazione, o perché siamo inadatti a percepirla, o perché dovrebbe esserci il più assoluto silenzio su tutta la terra.